Diete: meno grassi, meno proteine o meno carboidrati?
marzo 16, 2013 2 CommentsQuando si inizia una dieta, raramente si pensa a lungo termine. La maggior parte delle persone pensa ad essere pronta per la prova costume, e magari di riuscirci nelle ultime quattro settimane provando una dieta tratta da qualche magazine fashion (dieta dell’anguria, dieta del cetriolo, dieta delle minestre, della mela, dello yogurt e chi più ne ha , più ne metta) e finita l’estate, o addirittura molto prima, si ritrovano invece con gli stessi chili che avevano prima di iniziare la dieta, se non di più. E ovviamente tutte le conseguenze di un aumento di peso così repentino (smagliatura piuttosto che non affaticamento renale ed arterioso, per non parlare dei Jeans che proprio non vogliono saperne di rientrare).
Vi consigliamo di diffidare da tutte le diete che vi promettono risultati eccezionali in pochissimo tempo, come per l’appunto le diete delle riviste che purtroppo, nel 95% dei casi, sono progettate solo per vendere copie e non per uccidere i centimetri di troppo sui vostri fianchi; una dieta giusta è come un’opera di sartoria: va confezionata in base al paziente e non deve essere il paziente a doversi adattare ad essa.
Una recente ricerca, pubblicata sul JAMA (Journal of American Medical Association), si è interessata per valutare i livelli di alcuni ormoni (come leptina e cortisolo), di alcuni componenti della sindrome metabolica (tra cui glicemia, pressione, colesterolo) e valutare la spesa energetica (e quindi il metabolismo) in pazienti obesi, preventivamente trattati con una dieta “d’assalto”, al cambiare della percentuale di macronutrienti (grassi e carboidrati) o qualità dei carboidrati durante la dieta di mantenimento.
Sono stati provati tre diversi tipi di alimentazione:
Il primo è stato a basso contenuto di grassi (60 per cento dell’energia dai carboidrati, 20 per cento dai grassi, 20 per cento dalle proteine);
Il secondo è stato un metodo a basso indice glicemico (con una distribuzione fra carboidrati, grassi e proteine pari a 40-40-20 per cento rispettivamente);
L’ultimo a bassissimo contenuto di carboidrati (solamente il 10%, con il 60% di energia ricavata dai grassi e il 30% dalle proteine).
Ciò che è emerso da questi studi è stato che il primo gruppo (bassa percentuale di grassi), bruciava circa 300kcal in meno rispetto agli altri due.
Da cosa dipende questa differenza di metabolismo?
La massa magra (qui intesa come organi e massa muscolare) è anche considerata “metabolicamente attiva” perchè è quella che maggiormente influenza positivamente il nostro metabolismo. Quando si diminuisce di peso, si perde sia massa grassa che massa magra e ciò che differenzia i vari tipi di diete è l’influenza sulla perdita in percentuale di questi due componenti: sarà ben chiaro quindi che chi perde meno massa magra (qui intesa come massa muscolare, che è molto più pesante della massa grassa) perderà meno kg inizialmente, ma la dieta sarà molto più semplice sia da proseguire nella sua totalità, sia sarà più semplice il mantenimento del peso futuro dato che si è mantenuta una buona quota di organi metabolicamente attivi (in grado cioè di bruciare calorie). Il primo gruppo (bassa percentuale di grassi) pur avendo perso la stessa quantità di peso, ha perso probabilmente più massa magra rispetto agli altri due gruppi, riducendo il proprio metabolismo e quindi la massa muscolare.
Cosa abbiamo imparato?
Qualsiasi restrizione calorica fa perdere peso, ma il mantenimento dei risultati conseguiti con fatica dipende da quanto la dieta confezionata sia capace di rispecchiare le esigenze nutrizionali e le abitudini del paziente. Bisogna distinguere il perdere peso in fretta, dal perdere peso in modo sano e duraturo.
Come regolarmi?
L’alimentazione deve essere equilibrata, anche se dallo studio la dieta povera di carboidrati e quella a basso indice glicemico hanno avuto risultati simili, sicuramente la seconda è più salutare (sfido chiunque a mangiare solo 10g di carboidrati al giorno rimanendo in salute). Da qui nasce il bisogno di rivolgersi ad un professionista della nutrizione (nutrizionista o dietologo) quando abbiamo qualche problema di peso da risolvere, ma prima che le cose si mettano male.
Ricordate bene: quello che mangiate in privato, lo indossate inevitabilmente in pubblico.
“Il secondo è stato un metodo a basso indice glicemico (con una distribuzione fra carboidrati, grassi e proteine pari a 60-40-20 per cento rispettivamente);”
60+40+20=120! Mi sa che c’è un errore di stampa
corretto!!!